ART post 2005 - Manifattura Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

Cerca prodotto
Vai ai contenuti

Menu principale:

ART post 2005

ARTE & DESIGN > ART post 2005
A ?
 
Albisola è terrà di mare, porto sicuro per gli approdi d'arte dove immergersi nella ceramica.
Un luogo magico, ricco di storia e tradizione ceramica, ineguagliabile.
Albisola due papi e una santa, la capitale mondiale dell'arte ceramica nel corso del Novecento.
 
Papa Sisto IV, nato Francesco della Rovere il 21 luglio 1414 a Pecorile (frazione di Celle Ligure annessa torto collo eccezionalmente ad Albisola per volontà divina). Morto a Roma il 12 agosto 1484 è stato il 212º papa della Chiesa Cattolica dal 1471 alla morte. Fu lui che volle il restauro della Cappella Magna, trasformandola nella attuale Cappella Sistina, nel Palazzo Apostolico in Vaticano dove si trova la residenza ufficiale del Pontefice.
Papa Giulio II, nipote di Sisto IV, è stato il 216° papa della Chiesa Cattolica. Nato Giuliano della Rovere in Albisola il 5 dicembre 1443, fu nominato cardinale dallo zio Francesco nel 1471,  morì a Roma il 21 febbraio 1513.
Fu "il Papa guerriero" o "il Papa terribile" dal 1503 sino alla sua morte.
È stato uno dei più celebri pontefici del Rinascimento, ricordato come fondatore dei Musei Vaticani. Fu lui che decidendo di modificare parte della decorazione della Cappella Sistina affidò l’incarico a Michellangelo Buonarroti. 
Maria Giuseppa Rossello, al secolo Benedetta, nata a Albissola Marina il 27 maggio 1811, morì a Savona il 7 dicembre 1880. È stata una religiosa italiana, fondatrice della congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia; è venerata come santa dalla Chiesa Cattolica.
Fu proclamata protettrice dei ceramisti liguri con bolla della Congregazine Pro Culto Divino il 27 febbraio 1989, per iniziativa di mio padre Giuseppe Bepi Mazzotti che nel 1980 aveva avviato la supplica per tale riconoscimento.
 
Albisola è intrisa di storia, di creatività e di arte.
L’arte del saper fare che appartiene all’artigianato ceramico.
C’è qualcosa di straordinario nel DNA del territorio.
Albisola è luogo dove il sapore della salsedine si mischia all’odore degli aghi di pino, portato al mare dal vento di tramontana.
Albisola divenne la capitale mondiale dell’arte ceramica e il 10 agosto 1963 inaugurò il Lungomare degli Artisti, opera sintesi del Novecento artistico, unica e straordinaria striscia calpestabile lunga 800 metri che separa la spiaggia dalla case affacciate sul mare con un ininterrotto mosaico disegnato da artisti quali Lucio Fontana, solo per citarne uno.
Albisola è stata attrice della storia, nel corso del Novecento sulle rive del Sasobbia, torrente locale che scende dal pendici del monte Beigua, due accadimenti straordinari, alchemici e potenti modificarono l’arte ceramica mondiale.
L’arrivo del Movimento Futurista guidato da Filippo Tommaso Marinetti e gli Incontri Internazionale della Ceramica del 1954.
Entrambi gli accadimenti si svolsero fra i muri delle fornaci Mazzotti.
Il primo promosso da mio prozio Tullio d’Albisola.
Il secondo ideato da Sergio Dangelo e Enrico Baj, fondatori del Movimento Nucleare. Dangelo arrivò in Albisola a bordo di una Fiat 500 Topolino guidata da Aligi Sassu l’anno prima.
Aligi Sassu fu poi Assessore alla Cultura nella giunta guidata dal sindaco Giuseppe Ciarlo e promotore della costruzione del Lungomare degli Artisti.
Negli Anni trenta il Futurismo svincolò la ceramica dalla produzione tradizionale inserendo forme strampalate, libere, violente nei volumi e nella cromatica.
Affermò un anticipo antesignano del design, facendo progettare le ceramiche, dagli esponenti del movimento artistico, che ceramisti non erano.
Ma ideatori e idealisti si.
Negli Anni Cinquanta, precisamente nel 1954, Gli Incontri Internazionali della Ceramica fecero fare un altro scatto in avanti alla storia dell’arte ceramica. Gli esponenti del Gruppo Co.Br.A. Copenaghen Bruxelles Amsterdam, invitati alla manifattura Mazzotti per quella kermesse ideata da Dangelo e Baj, svincolarono la materia ceramica dal concetto di arte applicata, utilizzandola non più come elemento per realizzare manufatti riproducibili in serie, ma per creare opere uniche e irripetibili.
Tutto ciò avvenne perchè ci furono artigiani capaci di fare il proprio lavoro, di guardare avanti, di essere imprenditori lungimiranti. Questo avvenne qua alla foce del Torrente Sansobbia fra i muri della Mazzotti, la reggia della Libera Repubblica delle Arti come la definì Filippo Tommaso Marinetti.
Queste storiche motivazioni sono il legame fra storia e futuro, fra sapienza e innovazione, le basi su cui costruire e sviluppare sempre nuovi contatti e occasioni.



Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza 

tratta da un testo del 2000

Introduzione alla mostra
Chantal Meslin-Perrier
 
Questa mostra è parte di un ampio progetto europeo che porta il medesimo nome: Ceramica, Cultura e Innovazione.
Lo scopo del progetto è focalizzare l’attenzione sugli sviluppi artistici e tecnologici avvenuti in campo ceramico dal 1850 in poi, ognuno dei sei Musei partecipanti ha selezionato quaranta opere rappresentative appartenenti alle proprie collezioni.
Esse offrono l’opportunità di osservare gli enormi cambiamenti avvenuti negli ultimi centocinquanta anni, il periodo forse più decisivo nella storia dell’umanità.
Le conquiste tecnologiche hanno avuto ripercussioni nell’arte come in ogni aspetto della società.
Con l’industrializzazione è comparsa la meccanizzazione e la duplicazione di oggetti
Manufatti unici o prodotti decorati a mano hanno aperto la strada ad un gran numero di riproduzioni seriali, 
provocando in tal modo una mutazione nella posizione dell’artista e dell’artigianato nella società. Il mondo delle arti decorative, relegate di conseguenza ad “arti minori”, ne ha subito l’influenza.
Un modo in cui le manifatture cercarono di resistere a tale perdita di considerazione fu, paradossalmente, limitare la produzione e, contemporaneamente, accrescere l’importanza dei prodotti conferendo loro il valore dato dall’unicità.
Tuttavia il principale risultato dell’industrializzazione fu di rendere gli oggetti d’arte immediatamente disponibili ad un ampia parte di popolazione.
Ciò rappresentò lo stimolo che diede vita al movimento delle Arti e Mestieri così come all’Art Noveau, entrambe alimentate dall’ideale di portare buoni oggetti d’arte nelle case di tutti. Samuel Bing così si espresse: “l’Art Noveau combatterà per eliminare il grigiore e la pretenziosità della vita quotidiana, introducendo al loro posto il buon gusto e l’eleganza della semplicità anche nel caso dei più quotidiani tra gli oggetti d’uso”.
Gli artisti reagirono in due diversi modi rispetto al loro ruolo: alcuni inventarono una nuova prospettiva nel Design, altri difesero l’idea di espressione individuale attraverso l’opera d’Arte
Coloro i quali si chiamarono in seguito, con orgoglio, designer, erano affascinati dalle potenzialità della produzione industriale e tentarono di migliorare l’estetica di oggetti comuni e poco costosi disponibili a tutti. Altri artisti reagirono esplorando le potenzialità fisiche e visive dei materiali utilizzati, per esempio la ceramica, senza alcun interesse nella possibilità di riprodurre l’oggetto. Nonostante le difficoltà affrontate nella fase di modellazione e cottura, questi artisti, così come i pittori o gli scultori, ebbero come finalità la creazione di un oggetto d’arte unico.
Tra i numerosi e profondi cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi centocinquanta anni, uno dei più evidenti riguarda la comunicazione. Oggi possiamo stabilire contatti immediati tra ogni angolo del pianeta e le influenze cambiano alla velocità della luce. Ogni artista può accedere ad un gran numero di tecniche diverse e ad un mondo di possibili fonti di ispirazione. In tal senso, un semplice gruppo di quaranta opere ceramiche non possono rappresentare fedelmente l’evoluzione creativa avvenuta, ma si ha la speranza che ci aiutino a capire qualcosa di questa naturale evoluzione e del cambiamento di ruolo dell’umile oggetto ceramico.


Albisola la Capitale Mondiale della Ceramica del Novecento, l’Atelier Mazzotti il Royal Palace.
 
Negli Anni Trenta l’Atelier Mazzotti fu la principale manifattura ceramica nel mondo, legata al Futurismo.
 
Filippo Tommaso Marinetti aveva pubblicato nel 1909 a Parigi su “Le Figaro” il “Manifesto del Movimento Futurista” e alla metà degli anni Venti, entrò in contatto con la famiglia Mazzotti, in particolare con Tullio, da lui detto “D' Albisola”.
 
Dopo quest’ incontro Fillia (Luigi Colombo), Fortunato Depero, Nicolaj Diulgheroff, Nino Strada, Bruno Munari, Alf Gaudenzi, Mino Rosso, Mario Anselmo, strinsero un legame profondo con Albisola, realizzando straordinarie ceramiche oggi presenti nelle più prestigiose collezioni internazionali.
 
Questa esperienza segnò senza alcun dubbio, un anticipo di design.
Infatti i futuristi per la prima volta progettarono oggetti d'uso con alta valenza estetica da introdurre nella produzione seriale, articoli già presenti in un catalogo di vendita delle ceramiche Mazzotti datato 1925
Ciò fu possibile grazie alle capacità della manifattura che seppe intrecciare arte, progettazione e artigianalità.
 
Nel 1986 a Palazzo Grassi a Venezia fu organizzata una grande mostra “Futurismo & Futurismi” e da quell’evento nacquero approfondimenti dedicati a questo periodo storico. Tra i più importanti ricordiamo:
nel 2009 a Palazzo Reale a Milano “Futurismo 19|20.09” ???
nel 2014 la mostra “Italian Futurism, 1909 – 1944: Reconstructing the Universe” quando il Guggenheim Museum di New York esponeva le ceramiche Mazzotti testimoniando l’ancor viva attenzione internazionale per il Futurismo.

1954 L’INCONTRO CHE CAMBIÒ IL MONDO DELLA CERAMICA
 
Negli Anni Cinquanta l’Atelier accolse "Gli Incontri Internazionali della Ceramica del 1954", voluti dai maestri  delle nuove avanguardie  Sergio Dangelo e Asger Jorn lontani concettualmente dalla riproducibilità della produzione, dove la materia ceramica venne utilizzata per l’espressione artistica liberandola per sempre dallo stretto vincolo di arte applicata.
 
Agli Incontri parteciparono Karel Appel, Enrico Baj, Corneille, Sergio Dangelo, Asger Jorn, Sebastian Matta. Fra gli altri artisti che già lavoravano alla Mazzotti ricordiamo Lucio Fontana, Emilio Scanavino, Aligi Sassu, Agenore Fabbri e Franco Garelli.
 
Questo BIG BANG della ceramica, questa alchimia fra artigianato e arte avvenne per la prima volta in Albisola nella Manifattura Giuseppe Mazzotti.
 
La lungimiranza della famiglia Mazzotti ha caratterizzato Albisola e segnato profondamente la storia della materia ceramica.

TULLIO CONTINUA L’OPERA CERAMICA
 
La Giuseppe Mazzotti di Albisola è uno straordinario esempio dell' imprenditoria artigianale italiana, un’azienda a conduzione familiare che opera nel campo della ceramica artistica dal 1903.
Albisola è una cittadina della Riviera Ligure a ponente di Genova che sorge alla foce del Torrente Sansobbia.
Per la sua posizione geografica, i collegamenti con le regioni limitrofe (via mare anche con la Francia) e per la ricchezza delle sue materie prime, nasce nel XV secolo a Albisola la produzione della ceramica.
In sei secoli di storia la produzione, che già nel 1500 aveva una diffusione straordinaria in Europa, mantiene e rafforza la sua immagine di grande qualità e pregio.
E’ in questo contesto storico e culturale che nel 1903 Giuseppe “Bausin” affitta alcuni locali in Pozzo Garitta (l’antico borgo di Albisola) e inizia in proprio l’attività, fondando la Manifattura Giuseppe Mazzotti, nota anche come M.G.A., diventando così il capostipite della famiglia dei Mazzotti ceramisti.
 
Nel 1926 viene aperta un’ altra sede in Albisola Superiore, diretta da Torido Mazzotti.
Negli anni 1934/36 le due sedi vengono riunite in due grandi edifici alla foce del Torrente Sansobbia in Albisola, rari esempi di architettura razionalista a cui collaborò Nicolaj Diulgheroff.
Nel 1944 Giuseppe Bausin Mazzotti muore e i figli Torido, Tullio e Vittoria proseguono l’attività paterna.
 
Nel 1959 i fratelli Mazzotti si dividono con la conseguenza che l’azienda paterna viene a cessare.
Torido, primogenito del fondatore, avvia una nuova azienda mantenendo (come da accordi fra i fratelli) la titolarità del nome Giuseppe Mazzottil’uso industriale dei calchi e dei modelli della fabbrica fondata nel 1903 dal padre Giuseppe Bausin Mazzotti.
 Alla fabbrica fanno capo la moglie Rosa e il figlio Giuseppe Bepi, che vi ne assume progressivamente il ruolo di direttore commerciale.
 
Nel 1983 Tullio Mazzotti figlio di Giuseppe Bepi, inizia la collaborazione nella manifattura Giuseppe Mazzotti.
Nel 1988 Torido muore e l’anno successivo il figlio Giuseppe Bepi Mazzotti diventa unico titolare della Giuseppe Mazzotti proseguendo la produzione di Torido e della M.G.A..
Nel 2005 a sua volta lascia l’attività al figlio Tullio che continua l’opera ceramica della gloriosa Giuseppe Mazzotti in Albisola.

LA CREATIVITÀ DELLA MATERIA CERAMICA
 
Il profondo rapporto fra artigianato e arte continua ancora oggi, senza soluzione di continuità, fornendo un aiuto tecnico professionale agli artisti che desiderano utilizzare la materia ceramica per le loro creazioni.
 
Citiamo le principali collaborazioni di artisti dal 1988 sino a ora: Ernesto Treccani, Milena Milani, Sergio Dangelo, Ignazio Moncada, Mimmo Rotella, Enrico Baj, Aurelio Caminati, Sandro Cherchi, Hsiao Chin, Emanuele Luzzati, Giancarlo Sangregorio, Luigi Veronesi, Asgar Elde, Giorgio Moiso, Gianni Celano Giannici, … Roger Selden, Ugo Nespolo, Adriano Leverone, Giorgio Laveri, Alfredo Sosabravo, Sandro Lorenzini, Hugo Shaer, Guido Giordano, Franco Corradini e tanti altri che diventa impossibile enunciarli tutti sino ai più recenti giovani come Alessandro Neretti, Alessandro Roma e Arianna Carossa.
 
GUIDE E COMPAGNI
 
La caratteristica pregnante dell’Atelier Mazzotti è quella di avere sempre un’attenzione verso la contemporaneità e lo sviluppo futuro.
 
Da queste basi, quasi ideologiche, la Mazzotti ha collaborato sin dal 1992  con designer  quali: Alessandro Mendini per Memphis; e nel 2012 per The Gallery di Bruxelles con Damine Bihr, Alain Berteau, Nicolas Bovesse, Jean-Francois D’Or, Nathalie Dewez, Christian Hogner, Hugo Meert e, per altre iniziative, con Ambrogio Pozzi, Luca Scacchetti, Ugo La Pietra.
 
Oggi le collaborazioni proseguono con : Rolando Giovannini, Giulio Iacchetti, Gum Design, Maria Christina Hamel, Alberto Podestà e altri autori.

CREATIVITY MAKES THE DIFFERENCE
 
La grande forza e particolarità dell’Atelier Mazzotti, in tutta la sua storia, risiede nella convinzione profonda che sia la creatività a fare la differenza, la capacità dell’artigiano, non solo di essere capace in grado di fare, ma anche di progettare, ideare, creare nuove ceramiche.
La forza propulsiva sta all’interno dell’Atelier che si apre a collaborazioni e confronti con il mondo dell’arte.
Da questa convinzione è scaturita la produzione Mazzotti, oggi ricercatissima dai collezionisti e che prosegue con le ceramiche di Tullio.
 
Opere in tiratura limitata o pezzi unici in equilibrio fra Design e Art Toys, con nuove forme e stilemi che si arricchisce ogni anno di ceramiche originali: il neofuturismo del 2009; la linea Gold con manufatti preziosi, interamente rivestiti in oro a terzo fuoco; le linee Animal e Donne; i GiOcoVASO composti da elementi elementari e colorati; i barattoli Ludoceramica e tante altre divertenti,  pregiate e  innovative ceramiche firmate da Tullio Mazzotti.
 
 
 
 
 


 
Torna ai contenuti | Torna al menu