Diario e agenda
L’anima d’artista e la competenza d’artigiano nel lavoro del ceramista Tullio Mazzotti
"I
nostri stati mentali sono alquanto simili ai tessuti dei ragni. Non
adoperate troppo in fretta la vostra coscienza, la quale è come una
spada che taglia dovunque la volgiate."
Federigo Tozzi,
Barche capovolte
Trascorreva
l’estate del 1970. In un numero speciale del settimanale Riviera Notte,
un giovanissimo Tullio Mazzotti sosteneva che le ceramiche di Albisola
andavano considerate da due punti di vista, artistico e artigianale,
valori indispensabili per promuovere uno sviluppo turistico della
cittadina. In Tullio convivono ancora oggi due personalità: l’artigiano
che si serve dell’agenda per fissare impegni, appuntamenti, orari e
l’artista che riversa la sua creatività in opere d’arte originali,
pagine scompaginate di un diario intimo ed enigmatico, contraddistinte
da Paroliberismo e sagacia. L’agenda impersona la competenza del
ceramista, l’esigenza rigorosa di avere ordine in fabbrica. È, inoltre,
prerogativa dell’artigiano soddisfare le richieste del cliente e seguire
le leggi del mercato. Il diario è una forma memorialistica che
afferisce ad un ambito di vita personale, una comunicazione riservata
che pochi possono decifrare, in alcuni casi è leggibile soltanto
all’autore stesso, Leonardo ne è un esempio. Il diario impersona l’arte
in quanto non è solamente espressione ma desiderio di esternare proprie
riflessioni, esso diventa veicolo di emozioni, specchio del cuore.
Spesso la presentazione durante il sonno, disordinata e convulsa, del
materiale onirico si dà alla mente senza presentare alcuni legami
logici. Pertanto, il procedimento onirico stimola una fantasiosa
figurabilità. Ciò detto, il diario dell’artista Tullio è composto di
pensieri spettinati, come titolava un testo aforistico di Stanislaw
Jerzy Lec. L’ambiguità dei messaggi inseriti nelle creazioni di Mazzotti
si esprime in arditi grafismi, immagini che assumono fattezze di una
scrittura tachigrafica, stilizzata, sfuggevole ma decisa.
Ma
che cosa distingue un’opera d’arte da un oggetto da produzione? In
ultima analisi, per Tullio la risposta a questa domanda oggi risiede
nella variazione fra i tipi di committenza. L’artista Tullio si lascia
guidare dalle sue emozioni nei lavori d’arte, senza vincoli. Ecco che in
I VESTITI DI TULLIO ti avevo detto di non lasciarli in giro l’arte
assolve la funzione ancillare di espediente narrativo. Fra le nuove
ceramiche esposte da Tullio in questa rassegna si riconoscono un
cappello, un maglione, i quali una volta immersi a colaggio, fra smalti e
cristallina, prendono nuova vita come oggetti d’arte. Della loro
funzione di comuni vestiti permane solo la sagoma, tracce della storia
che portavano addosso nel loro passato, prima di essere trasformati in
ceramica.
Tommaso Dandolo